Drag Race: México – Una stagione esplosiva con tutto il calore e poco freno

La rivoluzione della drag art ha conquistato il mondo dello streaming, ma non è stata una strada priva di ostacoli per essere accettata nella cultura popolare. Originariamente confinata nel mondo sotterraneo dei bar e dei club gay, l’esuberante trucco con piume, glitter e lustrini è ora alla portata di tutti grazie alla diffusione online.

L’avventura delle drag queen ha preso il via nel lontano 2009 con RuPaul come pioniere di questo movimento che oggi vanta numerosi circuiti in ogni angolo del globo. Uno degli ultimi paesi ad essere conquistati da questa moda è il Messico, dove è stata trasmessa in anteprima una competizione di drag queen su Paramount+. Tuttavia, la strada non è stata priva di intoppi, specialmente durante la traduzione delle frasi e dello slang tipico del programma, che ha perso parte del suo impatto e del suo ritmo latino nel contesto messicano.

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Le figlie d’arte di RuPaul sono state protagoniste di una trasformazione sorprendente nel corso degli episodi, mostrando un’evoluzione notevole nella loro performance, nell’utilizzo del linguaggio e persino nel loro trucco. Tuttavia, nonostante abiti straordinari e una presenza scenica internazionale, non tutto è stato perfetto. La presenza di una terza giurata, Óscar Madrazo, è stata criticata per le sue opinioni antiquate e inopportune, che non si adattavano all’irriverenza dello spettacolo.

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A conclusione della stagione, Cristian Peralta è stato incoronato vincitore, dimostrando di essere uno dei concorrenti più completi e carismatici. La sua performance sul palco e la sua abilità camaleontica nel costume lo hanno reso un’icona drag, con un’impressionante crescita di follower su Instagram e una vittoria ben meritata. Tuttavia, nonostante il successo, rimane aperta una domanda sull’effettiva capacità di brillare all’interno di una competizione che, nonostante le sue luci, ha mostrato delle ombre.

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